mercoledì 24 novembre 2010

Crisi e responsabilità: c'è bisogno di coraggio


Ancora una volta tocco il tema della crisi finanziaria che sta colpendo il mondo con un'intensità che, forse, avevamo sottovalutato. In questi giorni si sta ripetendo l'incubo di uno Stato sovrano in enorme difficoltà: dopo la Grecia quest'estate, ora l'Irlanda rischia il crollo e l'Europa si mobilita per salvare l'isola verde - salvando di conseguenza la stabilità economia continentale. Al di là di tutta una serie di conseguenza enormi che questa crisi sta portando, mi sento di soffermarmi su un tema particolare: la spesa pubblica. Nel nostro piccolo, piccolissimo forse, abbiamo sperimentato che il livello di spesa del nostro Comune non era più sostenibile e abbiamo dovuto operare una serie di scelte che, sappiamo bene, sono a volte difficili e impopolari; ma se un governo locale decide per dei sacrifici collettivi, questo deve essere visto come un vanto e non come una vergogna. Chi ha la responsabilità di governare, anche una realtà limitata, deve avere il coraggio di operare scelte razionali e responsabili: la crisi ci ha, improvvisamente, strappato una serie di sicurezze che davamo per scontate, e con esse dobbiamo abituarci all'idea che certi privilegi non potremo più permetterceli (o, almeno, non nei prossimi anni). Sono personalmente orgoglioso di far parte di una squadra che non ha paura di agire con responsabilità e rigore: potevamo andare avanti come se nulla fosse, potevamo continuare ad indebitare il Comune per spendere più di quanto potessimo permetterci. E, come si è fatto fino ad ora, avremmo scaricato le nostre pretese e il nostro stile di vita sulle generazioni future: chi, come me, è nato negli anni Ottanta purtroppo sa bene come sia difficile trovare un lavoro, mettere da parte un poco di risparmio, trovare una casa. E, dopo tutte queste difficoltà, ci sentiamo dire che lavoreremo di più dei nostri padri e avremo (avremo?) una pensione sicuramente inferiore, e di molto. Questo è il risultato di scelte prese senza responsabilità da chi ci ha preceduti (parlo a livello nazionale ora), che garantendo allora molti privilegi hanno provocato, oggi, molti disastri. Avremmo dovuto andare avanti a far finta di nulla quindi? Non ci saremmo sentiti la coscienza a posto. Stiamo lavorando, ogni giorno, in un contesto difficile; a volte troppo difficile. Ma non ci scoraggiamo, perchè abbiamo a cuore la nostra comunità e vogliamo servirla con responsabilità e coraggio.

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